Un patto per rilanciare il canto del maggio e il ballo della moresca verrà proposto al convegno fra tutte le pubbliche amministrazioni delle zone coinvolte, i parchi e le associazioni che già operano in questo settore.
Ecco il testo
PATTO PER LA SALVEZZA ED IL RILANCIO DEL CANTO DEL MAGGIO E DELLA MORESCA IN TOSCANA ED EMILIA ROMAGNA.
Premessa
Le valli appenniniche ed apuane che compongono le regioni storiche della Garfagnana, Lunigiana, Appennino Reggiano e Modenese, Mediavalle del Serchio e il Comune di Buti hanno creato ed incontrato nella costruzione della propria identità secolare come elemento culturale, poetico, musicale e coreutico tradizionale e unificante il Canto del Maggio Epico e Cavalleresco e la Moresca che ne è stata il prototipo più antico.
Questa forma di teatro popolare cavalleresco ha attraversato –mutandosi nel tempo- i secoli della storia italiana, toscana ed emiliana, mantenendo sempre vivo il pathos, l’emozione, la condivisione delle comunità (con alti e bassi) ed oggi rappresenta la più complessa ed autentica tradizione popolare italiana. Una tradizione che ha sposato i riti antichi del Calendimaggio con la Sacra rappresentazione e con la grande stagione epico-cavalleresca della poesia italiana, che ha visto in Ludovico Ariosto e Torquato Tasso le massime espressioni ma che fonda le sue radici nei cantari, nelle chanson de gestes, nel teatro di strada e piazza, che dal Medioevo, dal tempo dei trovatori è giunto fino a noi.
In queste valli è ancora vivo e leggibile il sentimento cavalleresco, l’uso della parola, della musica, del gesto e dell’espressione del corpo, della postura teatrale. Per cui, queste valli -che sono state visitate e attraversate, nella Storia, da Cammini culturali, dalla Via Francigena, alla Via del Volto Santo, alle Vie Matildiche- sono oggi, ancora, un Giardino Letterario in nuce. E il Canto del Maggio e la Moresca ne sono le espressioni più clamorose ed evidenti.
Lo sviluppo moderno, lo spopolamento delle montagne, l’abbandono hanno tuttavia, nel dopoguerra del ‘900, dato un colpo durissimo alla forza di questa tradizione che era diffusissima ovunque, ed oggi essa resiste solo in alcune realtà toscane ed emiliane nelle suddette valli.
Ma essa è il più adeguato elemento ad indicare l’identità culturale di un territorio tosco-emiliano di area vasta.
Perciò, oggi, è compito del governo del territorio operare con efficacia alla salvaguardia ed al rilancio del Canto del Maggio e della Moresca, anche attraverso la collaborazione delle diverse organizzazioni ed associazioni che sia in Emilia che in Toscana operano, pur con fatica e coraggio, a mantenere accesa questa preziosa fiaccola culturale ed identitaria della montagna appenninica ed apuana.
Il Patto.
In virtù di quanto dichiarato in Premessa, i sottoscritti si impegnano ad approvare e realizzare il seguente Patto che si compone di n. 9 articoli.
Art. 1
L’ambito territoriale che riguarda il presente Patto è dato, nelle Regioni Toscana ed Emilia Romagna, dalle Province di Reggio Emilia, Modena, Lucca e Massa Carrara e loro Comuni e Provincia di Pisa per il Comune di Buti. I Parchi nazionale dell’Appennino tisco-emiliano e regionale delle Alpi Apuane sono territori specifici di applicazione del Patto. Questo territorio assumerà la dicitura descrittiva di “Terre del Canto del Maggio e della Moresca”.
Art. 2
La salvezza delle tradizioni che compongono l’identità storica e culturale delle terre indicate in Premessa è un compito fondamentale di ogni pubblica amministrazione che le governa. Allo stesso tempo è compito ineludibile –data la difficoltà delle tradizioni Canto del Maggio e Moresca- operare positivamente al loro rilancio e trasferimento alle future generazioni, rinnovando e riattivando il processo di tradizione.
Art. 3
Si prende atto e si dichiara che il Canto del Maggio e la Moresca sono i fenomeni culturali e sociali più in grado di rappresentare l’identità culturale dei territori indicati in Premessa e che compongono una vasta area tosco-emiliana.
Art. 4
L’impegno che si assume è soprattutto verso le giovani generazioni future che hanno il diritto di poter conoscere, fruire, realizzare e partecipare al Canto del Maggio ed alla Moresca nel futuro. Allo scopo una particolare attenzione verrà posta dalle pubbliche amministrazioni territoriali verso le scuole di ogni ordine e grado, a sostegno degli insegnamenti che attivano programmi di recupero e rilancio delle citate tradizioni ed a favore (laddove possibile, anche con premi, borse di studio e simili) delle ricerche, tesi di laurea, altre tesi sulle tradizioni citate.
Art. 5
Allo scopo di mantenere vive e conosciute le tradizioni Canto del Maggio e Moresca si favorisce, anche economicamente, l’attività delle Compagnie di Maggianti e Maggiarini ancora operative, con l’obbiettivo di favorirne la nascita o la rinascita, soprattutto coinvolgendo i giovani nelle rappresentazioni e compagnie. Gli Uffici Cultura delle diverse amministrazioni sono a disposizione per la costruzione di progetti di ricerca, valorizzazione, promozione del Canto del Maggio e della Moresca. Allo scopo, inoltre, si rafforza la annuale Rassegna Nazionale del Canto del Maggio e della Moresca nei due versanti dell’Appennino tosco-emiliano.
Art. 6
Allo scopo di non perdere la conoscenza ed il ricordo del Canto del Maggio e della Moresca si attiva una programmazione per la comunicazione sul Canto del Maggio e la Moresca nelle forme moderne e con le nuove tecnologie ed i social network. Allo scopo, i siti web delle diverse pubbliche amministrazioni ospiteranno link a siti e pagine social di informazione e promozione delle due tradizioni e di quanto le riguardi.
Art. 7
Il ruolo dei Parchi (Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Parco delle Alpi Apuane) è da considerare fondamentale e di particolare interesse in quanto, già oggi, uniscono fisicamente e amministrativamente i territori tosco-emiliani ricordati in Premessa e dunque sono già un ambito di azione del presente Patto.
Art. 8
Al fine del raggiungimento degli obbiettivi di salvezza e rilancio del Canto del Maggio e della Moresca si concorda sulla necessità che la pubblica amministrazione intervenga, nelle forme in cui sarà possibile, a ricercare e trovare finanziamenti presso istituti di credito, sponsor privati, altri Enti Pubblici, ad ogni livello, anche favorendo coi propri uffici la compilazione di domande su Bandi di Finanziamento. Allo stesso scopo, laddove possibile, i sottoscrittori si impegnano a contribuire anche direttamente con loro risorse di Bilancio.
Art. 9
Il presente Patto ha validità dalla sua sottoscrizione per anni 10 (dieci), rinnovabili tacitamente. Ogni sottoscrittore può, in qualsiasi momento, tramite comunicazione agli altri sottoscrittori, ritirare la sua adesione al Patto stesso.
Si sottoscrivono: (seguiranno le firme)
Buona sera, non ho potuto essere presente alla parte del convegno dedicata a questo protocollo e vorrei sapere da quali organismi/amministrazioni è stato sottoscritto e inoltre se sono state apportate modifiche al documento oppure è stato approvato nella forma qui pubblicata. Grazie
Ciao
Hanno dato adesione generica: UC della Garfagnana, comune di Camporgiano, comune di Piazza al Serchio, UC Appennino Reggiano, comune di Villa Minozzo, comune di Castelnovo ne’ Monti. Era presente il consigliere Mario Puppa per la Regione Toscana, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Ora queste ed altre amministrazioni dovranno incontrarsi per esaminare il testo del patto, modificarlo o meno ecc. e quindi passare alla firma vera e propria.
Umberto